Itinerario Diavolo
Due settimane – 450 miglia – Portisco – giro della Sardegna – Portisco
L’itinerario Diavolo è il più impegnativo fra quelli da noi proposti, di conseguenza lo consigliamo agli equipaggi con una buona esperienza di navigazione e che abbiano noleggiato un’imbarcazione non più piccola di 40 piedi. Il giro della Sardegna prevede una percorrenza media giornaliera di 35 miglia, è quindi importante che tutto l’equipaggio abbia il piacere di fare lunghe navigazioni. Nelle varie tappe del vostro viaggio visiterete paesi con culture antichissime e diverse fra loro, ma anche angoli di Sardegna selvaggi e disabitati. Quando il viaggio sarà finito e lascerete la barca il bagaglio dei ricordi sarà enorme.
Due settimane – 450 miglia – Portisco – giro della Sardegna – Portisco
L’itinerario Diavolo è il più impegnativo fra quelli da noi proposti, di conseguenza lo consigliamo agli equipaggi con una buona esperienza di navigazione e che abbiano noleggiato un’imbarcazione non più piccola di 40 piedi. Il giro della Sardegna prevede una percorrenza media giornaliera di 35 miglia, è quindi importante che tutto l’equipaggio abbia il piacere di fare lunghe navigazioni. Nelle varie tappe del vostro viaggio visiterete paesi con culture antichissime e diverse fra loro, ma anche angoli di Sardegna selvaggi e disabitati. Quando il viaggio sarà finito e lascerete la barca il bagaglio dei ricordi sarà enorme.
1°GIORNO : Portisco –> Cala di Trana -> Castelsardo (57 miglia)
La prima navigazione della vostra vacanza si snoderà fra le Isole dell’arcipelago della Maddalena e la Sardegna. Vi potrete ancorare per una breve sosta nella Cala di Trana, posta a Ovest di Punta Sardegna. Il nome di questa baia non viene riportato su molte carte nautiche ma la riconoscerete facilmente dalle dune di sabbia sulla parte Ovest della spiaggia. Cala di Trana è ben riparata con i venti dal quadrante Sud e dista da Porto Rotondo 18 miglia, circa tre ore di navigazione. Se le condizioni meteorologiche non consentono di ancorarsi a Cala di Trana potrete fare rotta verso la vicinissima Cala Corsara che offre un ottimo riparo con i venti dai quadranti Ovest e Nord.
Salpata l’ancora dovrete percorrere 39 miglia per raggiungere Castelsardo: più di sei ore di navigazione. Vi consigliamo di contattare il marina prima del vostro arrivo per chiedere la disponibilità del posto barca: tel. 079-471119. Castelsardo è l’ultimo nome che questa fortezza ha avuto nella sua travagliata storia. Il castello fu costruito intorno al 1102 dalla famiglia Doria, di origini liguri, prendendo il nome di Castel Genovese ma nel 1448, dopo un lungo assedio, fu conquistato dagli spagnoli che ne cambiarono il nome solo nel 1520 in Castel Aragonese, nel 1767 il nome cambiò in quello attuale di Castelsardo. Le molte dominazioni subite hanno creato un’intrecciarsi di culture diverse che rendono Castelsardo affascinante e imperdibile.
2°GIORNO: Castelsardo –> Alghero (65 miglia)
Il secondo giorno è prevista la navigazione più lunga, è opportuno partire presto. Gli equipaggi più esperti potranno fare rotta sulla spiaggia della Pelosa che dista 23 miglia, da percorrere in meno di quattro ore. La rada della Pelosa offre uno scenario splendido: la sabbia bianca finissima, l’acqua con sfumature che vanno dal color cristallo allo smeraldo fino al blu e l’Isola Piana con la torre antica fanno sì che questa sia fra le spiagge più fotografate per i depliant pubblicitari.
Lasciata la rada potrete navigare attraverso il Passo dei Fornelli fra l’Isola Piana e l’Isola dell’Asinara; il passo è decisamente impegnativo, accessibile solo di giorno con bel tempo e per Skipper esperti; è necessario consultare prima le carte dettagliate ed il portolano. In questo modo le miglia da percorrere fra La Pelosa ed Alghero saranno 37, poco più di sei ore.
Nel caso in cui non riteniate opportuno fare il Passo dei Fornelli l’itinerario del giorno cambia sin da Castelsardo da cui farete rotta direttamente sulla punta dello Scorno, a Nord dell’Asinara e da qui verso Alghero; in questo caso percorrerete 65 miglia in circa undici ore. Vi consigliamo di contattare il marina prima del vostro arrivo per chiedere la disponibilità del posto barca: Vhf canale 9 o tel. 339-7329921. La famiglia genovese Doria, la stessa che fortificò Castelsardo, approdò sulla costa della futura Alghero nel 1102 e decise di fortificare il promontorio che oggi si trova nella parte Sud del porto. Il nome latino di “L’Aleguerium” compare nei documenti dei Doria per indicare Alghero, probabilmente perché la costa è ricca di colonie di alghe.
Col passare del tempo l’approdo di Alghero divenne molto importante e strategico, per questo motivo subì molti attacchi da parte dei pisani e dei Catalano-Aragonesi che nel 1353 vinsero la battaglia navale al largo di Porto Conte e conquistarono la città. L’anno successivo Pietro IV d’Aragona, detto il Cerimonioso, annesse Alghero alla Corona d’Aragona ed espulse i sardi e i liguri popolando la città di Catalani e Aragonesi. La dominazione finì dopo quattro secoli, nel 1720, quando i Savoia ottennero il Regno di Sardegna.
Il passato ha reso l’Alghero di oggi bellissima e ricca di forti contrasti culturali: l’architettura è in certe parti tipicamente ligure ed in altre catalana, il dialetto locale somiglia al catalano antico ma poco fuori dalla città potrete visitare il nuraghe di Palmavera costruito intorno al 1000 a.C.. La storia più recente ha visto, all’inizio del novecento, l’arrivo dalla Campania dei pescatori di corallo, ciò che li spinse a spostarsi ad Alghero fu il progressivo impoverimento sui fondali campani del prezioso materiale. Da allora nel periodo compreso fra i mesi di marzo e ottobre il porto si popola di barche attrezzate per la pesca del corallo, gli artigiani e gli orafi lavorano i rami grezzi sino a trasformarli in splendidi gioielli da ammirare nelle vetrine delle gioiellerie della città.
3°GIORNO: Alghero –> Punta Poglina –> Bosa (21 miglia)
La costa Ovest della Sardegna non offre molti approdi o ripari ed inoltre è molto esposta al vento dominante: il Maestrale. Per questi motivi è particolarmente importante seguire i bollettini meteorologici prima di navigare nel tratto di mare compreso fra l’Isola dell’Asinara e l’Isola di San Pietro. Usciti dal porto di Alghero navigherete verso Sud per ancorarvi vicino a Punta Poglina, la distanza è di 5 miglia che percorrerete in circa un’ora. Salpata l’ancora veleggerete verso il porto di Bosa che si trova 16 miglia più a Sud, due ore e mezza circa. Vi consigliamo di contattare il marina prima del vostro arrivo per chiedere la disponibilità del posto barca: Vhf canale 14 o tel. 0785-375550.
Bosa fu fondata dai Fenici intorno al IX secolo a.C., da allora si è sviluppata vicino al fiume Temo, l’unico navigabile in Sardegna. Nel 1112 il feudo di Bosa venne assegnato alla famiglia ligure dei Malaspina che iniziò la costruzione del Castello sul colle di Serravalle, seguì un periodo di sviluppo e benessere per la città che si spostò più a valle proprio sulle rive del Temo. Il castello dei Malaspina domina tutt’oggi il paesaggio e insieme ai vicoli stretti del centro storico e al fiume rendono Bosa suggestiva e unica in Sardegna.
4°GIORNO: Bosa –> Cala Saline –> Oristano (35 miglia)
Lasciato il porto di Bosa proseguirete la vostra discesa verso Sud lungo la costa occidentale Sarda, la rada di Cala Saline si trova subito dopo Capo Mannu ed è un ottimo riparo con i venti dai quadranti Nord ed Est, vi arriverete dopo 18 miglia, circa tre ore di navigazione. Salpata l’ancora farete rotta verso il Golfo di Oristano, passando fra l’Isola di Maldiventre e la Sardegna, per ormeggiarvi nel porto Turistico di Torre Grande: 17 miglia in meno di tre ore. Vi consigliamo di contattare prima il marina, per annunciare il vostro arrivo e chiedere la disponibilità del posto barca, per telefono allo 0783-22189 o tramite Vhf sul canale 9. In alternativa, 4 miglia prima del porto di Torre Grande, potreste passare la notte in rada davanti alle rovine di Tharros, il ridosso è ottimo con venti dal quadrante Nord e il fondo è buon tenitore.
Tharros fu fondata dai Fenici intorno al VIII secolo a.C. serviva al popolo di commercianti-navigatori come scalo fra la loro terra d’origine, l’attuale Siria, e la penisola Iberica. Tharros fu successivamente sotto il controllo dei Cartaginesi e dei Romani, questi ultimi la trasformarono in luogo di villeggiatura per le potenti famiglie dell’Impero. Ciò che maggiormente impressiona dell’area archeologica di Tharros è la modernità e razionalità con cui è stata concepita l’antica città che aveva come fulcro il porto, era dotata di condotte idriche e scarichi fognari. La fine di Tharros venne decretata dalla comparsa dei pirati Saraceni che terrorizzarono le coste Sarde intorno al 900 d.C. causando lo spostamento degli abitanti verso aree più interne e più sicure; fra il fiume Tirso (il più lungo della Sardegna) e lo stagno di Santa Giusta sorse Oristano.
Il miglior periodo per Oristano fu certamente quello giudicale in cui la città condotta da Mariano IV e, in seguito, dalla figlia Eleonora d’Arborea ebbe un lungo periodo di autonomia e di potere politico, tanto da essere l’ago della bilancia per la dominazione aragonese in Sardegna.
Ad Eleonora d’Arborea si deve nel 1392 la promulgazione della “Carta de Logu” una serie di leggi destinate a regolare la vita sociale e civile, i traffici marittimi e le attività agricole; nel 1421 la “Carta de Logu” venne adottata da tutta la Sardegna e rimase in vigore sino al 1827; ancora oggi è considerata un modello di saggezza ed equilibrio.
5°GIORNO: Oristano –> Cala Domestica –> Carloforte (49 miglia)
Partiti da Oristano farete rotta verso l’Isola di Carloforte che, insieme a Calasetta, rappresenta il più evidente e caratteristico insediamento ligure in Sardegna; prima però potrete ancorarvi a Cala Domestica, 33 miglia a Sud di Oristano da percorrere in cinque ore circa. La rada è ben protetta con i venti dai quadranti Est e Sud, assolutamente da evitare con il Maestrale. Salpata l’ancora navigherete per 16 miglia verso Carloforte che raggiungerete in tre ore circa. Vi consigliamo di contattare prima il marina, per annunciare il vostro arrivo e chiedere la disponibilità del posto barca, per telefono allo 0781-854437 o tramite Vhf sul canale 15.
L’Isola di San Pietro è stata pressoché disabitata sino al 1738 anno in cui arrivarono i Tabarkini. La loro storia è intricata: nella prima metà del cinquecento la famiglia nobile Lomellini decise di fortificare l’isola disabitata di Tabarka, nella parte Nord della Tunisia. Dei pescatori di Pegli in Liguria furono mandati sull’isola per sfruttare i ricchi banchi coralliferi della zona, ma duecento anni dopo quegli stessi banchi si erano esauriti, l’isola, molto piccola, non era più adatta ad una popolazione che in due secoli era notevolmente aumentata ed inoltre le frequenti incursioni dei corsari tunisini rendeva Tabarka insicura. Nel 1738 la maggior parte della popolazione prese il mare per trasferirsi in un’altra isola, San Pietro, dove fondarono Carloforte. Chi oggi visita Carloforte potrà notare come gli abitanti abbiano mantenuto intatte le caratteristiche liguri particolarmente nel dialetto e nelle tradizioni culinarie.
6°GIORNO: Carloforte –> Cala Lunga –>Teulada (31 miglia)
Lasciata Carloforte navigherete fra le due isole di San Pietro e Sant’Antico per raggiungere dopo 8 miglia, in circa un’ora e mezza, la rada di Cala Lunga. Durante la successiva navigazione che vi porterà al porto di Teulada dovrete fare attenzione ai divieti di navigazione presenti nell’area di Capo Teulada, questa è infatti zona militare e viene usata per le esercitazioni, troverete maggiori informazioni sul settore interdetto nel portolano. Immediatamente ad Est della zona militare si trova il porto di Teulada che dista da Cala Lunga 23 miglia, quattro ore circa di navigazione.
7°GIORNO: Teulada –> Baia di Chia –> Cagliari Marina Piccola (33 miglia)
La rada di Chia dista 9 miglia da Teulada, potrete quindi ancorarvi dopo circa un’ora e mezza di navigazione. La spiaggia, molto lunga, è caratterizzata dalle dune di sabbia, il riparo è ottimo con vento da Nord o con il Maestrale. La rotta per il porto di Marina Piccola a Cagliari è lunga 24 miglia da percorrere in 4 ore circa. Vi consigliamo di contattare prima il marina, per annunciare il vostro arrivo e chiedere la disponibilità del posto barca, per telefono allo 070-6051940 o tramite Vhf sul canale 74. Il porto sorge all’estremità Ovest della spiaggia del Poetto, lunga nove chilometri, e dista sei chilometri dal centro della città.
Cagliari è il capoluogo della Sardegna ed ha alle spalle una storia fatta di dominazioni che ne hanno oppresso la popolazione ma abbellito la città. I primi ad insediarsi nella zona furono i Fenici intorno all’800 a.C., chiamarono la città Karalis, seguirono i Cartaginesi sino al 238 a.C. anno in cui i Romani ne presero possesso trasformandola in una città vera con circa ventimila abitanti, rifornimenti idrici regolari, strade e piazze. Seguirono le dominazioni dei Bizantini e dei Vandali. Nel 1015 d.C. gli Arabi fecero le prime incursioni a Karalis che per difendersi chiese l’intervento dei Genovesi e dei Pisani che unendosi ai Sardi sconfissero definitivamente gli Arabi in una battaglia navale nel 1016 d.C.; l’ovvia conseguenza fu la lotta fra Genovesi e Pisani per il dominio sulla città.
Pisa ebbe la meglio e per aumentare la sicurezza della città iniziò nel 1260 a costruire intorno a Castello le mura fortificate, ancora oggi in parte visibili. Nonostante ulteriori fortificazioni e la costruzioni delle torri di San Pancrazio e dell’Elefante i Pisani capitolarono nel 1324 agli Aragonesi; questi ultimi avevano iniziato l’anno prima a tenere sotto assedio il Castello di Cagliari avendo come base quello che oggi è chiamato il colle di Bonaria, questo nome deriva da una leggenda che narra che nel 1370 una nave spagnola, in navigazione fra la Spagna e la Sardegna, si trovò in mezzo a una tempesta, per cercare di salvare l’equipaggio ed il vascello il comandante ordinò di buttare in mare tutto il carico, questo comprendeva anche una statua in legno della Madonna di Bonaria, protettrice dei marinai, come la statua cadde in mare la tempesta si placò e la nave fu salva. I frati del Santuario, costruito dagli Aragonesi sul colle da cui tenevano d’assedio Cagliari, trovarono la statua in mare sulle rive del colle e dedicarono il Santuario alla Madonna di Bonaria. Il dominio dei Catalano-Aragonesi in Sardegna terminò nei primi anni del 1700 quando, col trattato di Utrecht, l’isola passò sotto il controllo Austriaco. Il trattato di Londra del 2 agosto 1718 sancì la nascita del Regno di Sardegna, Vittorio Amedeo II di Savoia ne fu il primo sovrano. Da allora le sorti della Sardegna saranno legate al Piemonte e agli eventi storici che portarono all’unità d’Italia.
8°GIORNO: Cagliari –> Geremeas –> Villasimius (18 miglia)
Usciti dal porto di Marina Piccola navigherete vicino alla Sella del Diavolo che prende il nome dalla sua caratteristica forma, la rada di Geremeas si trova a 10 miglia dal porto e la raggiungerete in un’ora e mezza circa. Lasciata la rada farete rotta verso il porto di Villasimius, 8 miglia in poco più di un’ora, l’approdo è di recente costruzione ed è dotato di corrente 220 volt, acqua e pompa carburante; in entrata ed in uscita bisogna fare attenzione alla secca vicino all’imboccatura. Vi consigliamo di contattare prima il marina, per annunciare il vostro arrivo e chiedere la disponibilità del posto barca, per telefono allo 070-7978128 o tramite Vhf sul canale 9. Il centro abitato di Villasimius si trova a circa otto chilometri dal porto, in estate è molto frequentato e vivace, per raggiungerlo è meglio chiamare un taxi.
9°GIORNO: Villasimius –> Cala di Sinzias –> Porto Corallo (26 miglia)
Lasciato il porto di Villasimius navigherete fra Capo Carbonara e l’Isola dei Cavoli, questo passaggio è l’estremo Sud-Est della Sardegna, da qui in poi la vostra rotta sarà verso Nord in risalita verso Porto Rotondo.
Appena superato Capo Carbonara prestate attenzione agli Scogli di S’Elmo, non segnalati, e alla Secca dei Berni, segnalata da una meda, sono entrambi da lasciare a sinistra. Cala di Sinzias dista 10 miglia dal porto di Villasimius da percorrere in un’ora e mezza, la rada offre un buon riparo con venti dal quadrante Ovest e da Sud; nel caso in cui ci fosse vento da Nord o Maestrale è meglio ancorarsi poco più a Sud a Cala Pira. Dalle due Cale si può raggiungere a piedi il Nuraghe Sinzias che domina la costa circostante da circa 150 metri sul livello del mare, il panorama è splendido. Porto Corallo si trova a 16 miglia da Cala di Sinzias, circa due ore e mezza di navigazione. Vi consigliamo di contattare prima il marina, per annunciare il vostro arrivo e chiedere la disponibilità del posto barca, per telefono allo 070-997013 o tramite Vhf sul canale 9.
10°GIORNO: Porto Corallo –> Santa Foxi Manna –> Arbatax (32 miglia)
Le 32 miglia che separano Porto Corallo da Arbatax possono essere divise in due tappe di 16 miglia l’una. Navigando la mattina per meno di tre ore raggiungerete la rada di Santa Foxi Manna, si trova un miglio a Sud di Capo Sferracavallo e non è segnalata sulle carte ufficiali nonostante sia uno dei pochi ridossi, in questo tratto di costa, riparati dal Maestrale e da tutti i venti del quadrante Ovest. Lasciata la rada navigherete verso Nord per 16 miglia per ormeggiare nel porto di Arbatax. Vi consigliamo di contattare prima il marina, per annunciare il vostro arrivo e chiedere la disponibilità del posto barca, per telefono allo 0782-667405 o tramite Vhf sul canale 9.
11°GIORNO: Arbatax –> Cala di Luna –> La Caletta di Siniscola (47 miglia)
L’undicesimo giorno del vostro giro di Sardegna prevede un totale di 47 miglia di navigazione e l’ancoraggio in una delle rade più belle del Mediterraneo Cala di Luna; per questo motivo vi suggeriamo di partire presto in modo da poter dedicare un po’ di tempo a questo paradiso naturale dove la spiaggia fa da argine allo stagno interno e in primavera i fiori di oleandro danno un tocco di colore alla caratteristica macchia mediterranea, sulla spiaggia si affacciano diverse grotte scavate dal mare e dal vento sulle pareti calcaree.
Cala di Luna è stata il set di diversi film e spot pubblicitari. La navigazione fra Arbatax e Cala di Luna è di 19 miglia, circa tre ore; lasciata la baia vi separano 28 miglia da La Caletta di Siniscola, percorrenza prevista in quattro ore e mezza circa. Il porto di Siniscola è di recente costruzione e fornisce acqua, corrente 220 volt e carburante, il vicino centro abitato è piccolo e prevalentemente abitato da turisti. Vi consigliamo di contattare prima il marina, per annunciare il vostro arrivo e chiedere la disponibilità del posto barca, per telefono allo 0784-810631 o tramite Vhf sul canale 9.
12°GIORNO: La C. di Siniscola –> C. Spalmatore –> Porto Taverna (20 miglia)
Cala Spalmatore di terra si trova nella parte Ovest dell’Isola di Tavolara ed è formata dall’unione del massiccio granitico che caratterizza l’isola con la sottile lingua di sabbia che si estende verso la Sardegna. Dopo essere usciti dal porto di Siniscola la raggiungerete in tre ore circa, dopo 18 miglia di navigazione. Tavolara è un’isola molto particolare, riconoscibile da lontano: è larga circa mezzo miglio ha una lunghezza di quasi 4 miglia ed un’altezza di 560 metri; praticamente un muraglione di granito messo lì per bloccare il Maestrale: vento dominante in Sardegna.
La rada di Spalmatore è ben protetta con tutti i venti del quadrante Nord e ha fondo sabbioso buon tenitore; a terra, sulla spiaggia, si trova un ristorante tipico specializzato in piatti di mare. Se quando scenderete a terra sentirete parlare del Re di Tavolara sappiate che non è uno scherzo o una leggenda ma la storia di Giuseppe Bertoleoni e del figlio Paolo che erano gli unici abitanti dell’isola e ospitarono nel 1815 Gioacchino Murat Re di Napoli e nel 1829 Carlo Alberto allora Principe di Carignano.
Quest’ultimo riconoscente per l’ottima ospitalità ricevuta ufficializzò la proprietà di Tavolara a Paolo Bertoleoni che divenne Paolo I Re di Tavolara. A Buckingham Palace a Londra fra gli altri regnanti della terra è ritratto anche Paolo I Re del più piccolo regno del mondo.
La rada di porto Taverna si trova 2 miglia a Sud-Ovest di Cala Spalmatore ed è un ottimo ridosso per trascorrere la notte in rada.
13°GIORNO: Porto Taverna –> Cala Moresca –> Portisco(16 miglia)
Salpata l’ancora dalla vostra rada notturna uscirete da Portisco lasciando l’Isolotto Reulino a sinistra e l’Isolotto Spalmatore a dritta, facendo rotta verso Nord raggiungerete l’Isola di Figarolo in un’ora e mezza circa dopo 8 miglia. La rada di Cala Moresca si trova a Nord-Est di Figarolo, nonostante sia bellissima, è meno frequentata di altre baie della zona.
Lasciata la rada farete rotta verso Portisco che si trova a 8 miglia da Cala Moresca. Vi consigliamo di contattare prima il marina, per annunciare il vostro arrivo e chiedere la disponibilità del posto barca, per telefono allo 0789-33520 o tramite Vhf sul canale 69.
Queste ultime miglia completano il giro della Sardegna da voi percorso, 450 miglia in 13 giorni di navigazione, in cui avrete visitato luoghi completamente deserti ed incontaminati ma anche paesini con culture diverse e millenarie: la sintesi della Sardegna, terra dai forti contrasti.